Comédie de Genève
Alphaville

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È morto Gian Carlo Ferretti; Quel pasticciaccio brutto della Comédie; DOSSIER – Tortura (2./5), di Marco Pagani

  • Keystone
  • 13.12.2022
  • 49 min
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  • Letteratura
  • Arte e spettacoli
  • Scienze umane e sociali

È morto Gian Carlo Ferretti
È morto venerdì scorso Gian Carlo Ferretti, tra i massimi studiosi dell'editoria italiana contemporanea, specialista dei grandi letterati editori del Novecento, da Elio Vittorini a Italo Calvino, da Cesare Pavese a Vittorio Sereni fino a Giorgio Bassani. Ferretti è morto all’età di 92 anni. A darne la notizia è stata Interlinea, la casa editrice di Roberto Cicala e Carlo Robiglio a cui il professor Ferretti ha consegnato i suoi ultimi libri. Lo ricordiamo con Roberto Cicala.

Quel pasticciaccio brutto della Comédie
Doveva essere annunciato ufficialmente lunedì prossimo, nel corso di un’attesissima conferenza stampa… ma ieri sera i nostri colleghi della trasmissione “Forum” alla Radio romanda hanno annunciato uno scoop, dando con largo anticipo il nome della nuova direttrice della prestigiosa Comédie de Genève, una delle sale teatrali più importanti della Svizzera. Stamattina però, l’istituzione smentisce senza mezzi termini la notizia e dice che la nomina non è ancora avvenuta… cerchiamo di capire che succede a Ginevra con l’aiuto del nostro Lou Lepori.

DOSSIER – Tortura (2./5)
Il tema del dossier di questa settimana è la tortura: il punto di partenza è un libro, appena stampato in Italia ma in realtà uscito nel 1958 in Francia (e subito ritirato dalla censura). Si tratta di “La question”, di Henry Alleg, uscito in Italia da poco per Einaudi con il titolo "La tortura". Il contesto è quello della guerra di liberazione algerina. Henry Alleg, direttore del giornale “Alger républicain”, giornalista francese e membro del Partito comunista, venne arrestato dalla polizia francese nel 1957 per il suo sostegno alla resistenza algerina e brutalmente torturato. Oggi parliamo di un simbolo della tortura, almeno nell’immaginario collettivo: l’Inquisizione. Lo facciamo con Massimo Firpo, professore emerito di Storia moderna all'Università di Torino.

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