L’enorme mole del debito pubblico degli Stati Uniti d’America, che viaggia ormai verso i 37 mila miliardi di dollari, è una tema che ritorna ciclicamente nell’analisi della situazione economica e finanziaria internazionale. Un fattore di rischio che si intreccia con il ruolo dei tassi di interesse (in calo in questa fase), del corso del dollaro e naturalmente delle manovre politiche decise a Washington dall’amministrazione Trump, dai dazi alle politiche fiscali. Pochi giorni fa sulla NZZ Carmen Reinhart, già capo-economista della Banca mondiale lanciava l’allarme: “Un crollo del dollaro è possibile”. Cosa significa per l’economia mondiale? Il ruolo faro degli Stati Uniti per la finanza globale è seriamente minacciato? E quali possono essere le conseguenze per gli altri paesi, in particolare per il nostro? Ne parliamo con marzio Minoli, giornalista economico della RSI e Andrew Spannaus,