Il 1° ottobre è stata una giornata di mobilitazione nazionale contro i tagli prospettati dalla Confederazione nel settore della formazione, della ricerca e nell’innovazione. A Berna l’Unione svizzera degli Universitari ha consegnato alle autorità federali una petizione firmata da 37’000 persone che chiede di rinunciare ai tagli previsti. A Lugano il sindacato VPOD ha organizzato una conferenza per denunciare le misure di risparmio che colpirebbero in maniera significativa il “corpo intermedio” delle università: ricercatori, dottorandi, assistenti, tutte categorie già confrontate ad una situazione lavorativa precaria. Ne abbiamo parlato ad Alphaville con Mosé Cometta, ricercatore in studi urbani all’USI, fino a poche settimane fa senatore e rappresentante del “corpo intermedio” nel senato della stessa Università della Svizzera Italiana nonché tra i relatori della conferenza della VPOD.
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