Una stampante 3D che punta a ridurre al minimo gli sprechi utilizzando il materiale di scarto delle cave. È questa l'idea nata dalla collaborazione tra il Politecnico federale di Zurigo e l’Istituto scienze della Terra della SUPSI, per far fronte allo smaltimento di grandi volumi di scarti, che nella Svizzera italiana possono raggiungere addirittura il 40% della produzione totale. Fra marzo e aprile 2023 la stampante 3D è stata trasferita nella cave di Arzo dove sono stati prodotti elementi architettonici ornamentali esteticamente simili, per composizione e colore, alla pietra originale. Una tecnologia caratterizzata da basse emissioni di CO2 e grazie alla quale, con il riutilizzo dei materiali, si favorisce un’economia di tipo circolare.
Le considerazioni di Filippo Schenker, ricercatore senior presso l’Istituto scienze della Terra della SUPSI – Dipartimento ambiente, costruzioni e design.
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