Quando nel 2012 la giuria del Top Jazz ha votato Enrico Zanisi come “miglior nuovo talento” del jazz italiano, a soli 22 anni, chi già conosceva il giovane pianista non si è certo stupito. Cresciuto in una famiglia di musicisti e forte di una solida preparazione classica, il nostro ospite di oggi si destreggia da sempre con disarmante facilità nel doppio ruolo di compositore ed interprete, felicemente a suo agio negli universi espressivi della cosiddetta musica colta e di quella improvvisata. In qualità di pianista classico si è aggiudicato numerosi concorsi nazionali e internazionali, e come pianista jazz ha vinto una borsa di studio per frequentare un corso annuale presso l’Università Berklee di Boston. Ha pubblicato il suo primo album da leader nel 2009 e da allora non ha mai smesso di produrre lavori di ottima fattura con formazioni diverse, collaborando pure con un gran numero di grandi artisti, da Sheila Jordan a Dave Liebman, da Andy Sheppard ad Ares Tavolazzi e la lista potrebbe conrtinuare a lungo. Nel 2016 la CamJazz ha prodotto il suo primo album in solo, "Piano Tales", e quest’anno per la stessa etichetta è uscito un ambizioso quanto riuscito lavoro cameristico di cui oggi ci parlerà senz’altro, "Blend Pages", un raffinato affresco sonoro che coinvolge il clarinetto di Gabriele Mirabassi, le percussioni di Michele Rabbia e gli archi del Quatuor IXI.
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