Polistrumentista, compositore e scrittore romano, classe 1978, Marco Colonna è uno dei nomi più in vista del jazz italiano odierno più versato alla sperimentazione. Attivo da oramai vent’anni nei più diversi ambienti musicali, si forma frequentando il conservatorio di Frosinone e seminari con Alfredo Impulliti e Achille Succi, specializzandosi poi nell’esecuzione di musica contemporanea con il maestro Harry Sparnaay. Dedicatario di molte opere per clarinetto basso e clarinetto contrabbasso solo di compositori come Giorgio Colombo Taccani, Dan Di Maggio e Sofia Mikaelyan, si occupa di musica per teatro, cinema e documentari. In ambito jazzistico suona con Andrew Cyrille, Gebhard Ulmann, Omar Tamez, Michele Rabbia, Silvia Bolognesi, Eugenio Colombo e molti altri, ma le sue esperienze abbracciano anche il nuovo folk grazie all’incontro con il gruppo Acquaragia Drom, con cui registra il disco Rom Kaffè. Un’attitudine creativa decisamente babilonica, la sua, che lo rende un ospite perfetto della nostra arca radiofonica. Oggi ci parla tra le altre cose di un lavoro pubblicato di recente e dedicato alle sue radici romane, Valle Aurelia, una suite in duo con il pianista Andrea Centra nella quale si concentra sul suo strumento prediletto, il clarinetto basso.
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