Il nostro ospite di oggi è un chitarrista e compositore elettroacustico nato a Roma nel 1981, dotato di una buona predisposizione babilonica che non a caso, quindi, lo ha portato sulla nostra arca radiofonica. A partire dai primi anni del 2000 Marco Bonini è attivo e incide con formazioni avant-jazz come il Juju Qartet, ha la fortuna di collaborare e incidere con Roberto Gatto (Traps-Cam Jazz 2007) e con i “Traditori” di Ettore Fioravanti (Le vie del pane e del fuoco-Note Sonanti 2011), e si lancia in diverse avventure sonore come il progetto Mamavegas, una band attiva in ambito indie-folk, o come il suo progetto solitario di ambientazione drone-ambient uBiK. Oggi ci parlerà in particolare, tra le altre cose, del suo lavoro ormai più che decennale con il trio Acre, completato dall’altro chitarrista Ginomaria Boschi e dal batterista Ermanno Baron. Il suono del gruppo è costituito da alcune riconoscibili influenze musicali e dal modo in cui queste vengono messe in gioco e lasciate “interferire”: la pratica dell’improvvisazione, l’elaborazione in tempo reale dei suoni sintetici, la ricerca timbrica e gestuale mutuata dalla musica “colta” occidentale.
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