DOMENICA IN SCENA
Domenica 12 luglio 2015 alle 17:35
Immaginare cosa potrà accadere nel futuro dell'umanità è stato sempre motivo di curiose divagazioni narrative e il mezzo radiofonico, con la sua larga apertura sulla fantasia, meglio d'ogni altro ha consentito spesso tali scorribande. Ecco, in questo radiodramma realizzato nel 1976 da Bernardo Malacrida, uno degli argomenti adatti: la sopravvivenza mediante ibernazione.
Ma ecco scoppiare, accanto all’illusione di protrarre maggiormente nel tempo la vita, la tragedia che sempre ha accompagnato e accompagnerà la condizione umana. Come parleranno gli uomini del futuro, fra cento, duecento anni? Trattandosi di avvenimenti che succedono in una organizzatissima società a livello europeo si è ritenuto di salvare quelli tra gli scienziati che si dimostrano più umani l’inflessione del preistorico linguaggio originario. La sonorizzazione, relativa soprattutto a mezzi meccanici usati per comunicare nell’anno di grazia 2093, non poteva essere frastornante, ma discreta, quasi sorella del silenzio.
Di frastuono, nel futuro, ce ne dovrebbe esser molto meno, visto che la civiltà e l’ordine – dicono – aumenteranno: fino all’ibernazione. Anno 2093. Migliaia di ibernati devono essere rianimati, ma l’Autorità suprema tecnocratica mondiale ordina che l’operazione non venga effettuata per evitare grossi pericoli al Potere costituito. Si teme che persone di altre generazioni possano sconvolgere, con le loro individualità differenziate, l’ordine mondiale. Per gli scienziati un caso di coscienza. L’ordine non viene eseguito integralmente: tre “pazienti” rinascono a nuova vita, ma con un infinitesimale “quid” in meno: tre corpi, sì, ma senza spirito.
Riuscirà mai la scienza a superare i propri limiti? Questi tre rivivono, si, ma privi dello spirito e, forse, persino dell’anima. Dunque, fallimento finale: non basta il corpo, occorre anche quel quid in più che nessuna scienza riuscirà mai a scoprire né a dominare.
Gli ibernati del gruppo A
Petrocchi Carlo, traduzione
Malacrida Bernardo, regia
Rovati Mario,il direttore del centro di ibernazione
Welti Mariangela, medico-rianimatore
Quasimodo Alessandro,medico-rianimatore
Jelmoni Luciana, sonorizzazione