Il purgatorio dei viventi è zampillato da me come un qualcosa di necessario, che evidentemente covavo da tempo senza essermene accorto. Adesso che esiste come opera vocale; adesso che gli ascoltatori possono farne esperienza ascoltandolo alla radio mi accorgo che si tratta di un poemetto che insegue la possibilità di stare al mondo con decenza.
Per farlo a noi umani non resta che accettare la nostra dimensione temporale, il nostro essere di passaggio, la necessità di una contrattazione in continuo movimento dei gesti civili e sentimentali.
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