È un tema che si ritrova con una certa regolarità nell’informazione e nei corridoi della diplomazia. L’autodeterminazione dei popoli riaffiora ogni volta che ci sono tensioni ad una frontiera o si manifestano rivendicazioni di realtà secessioniste. Nel diritto internazionale questo principio ha radici storiche molto recenti, e la sua interpretazione ha causato numerosi inconvenienti, tanto che spesso sono organismi giuridici sovranazionali a dover sbrogliare le complesse matasse normative che si sono sviluppate nel tempo.
Anche il conflitto in Ucraina ha prospettive diverse a seconda della lettura della definizione di autodeterminazione. Con gli occhiali di Mosca si interpreta in un modo, a Kiev – e nel resto della comunità internazionale – in un altro, ma nella storicamente, il concetto di autodeterminazione si è sempre confrontato con interessi diversi dalle ragioni di un popolo, dato che i trattati hanno sempre dato la priorità all’inviolabilità e alla difesa delle frontiere.
Con il Prof. Carlo Focarelli, ordinario di diritto internazionale all’Università Roma 3 e autore di “Diritto Internazionale”, edizioni Cedam ed Emmanuel Dalle Mulle, ricercatore associato del centro di ricerca Albert Hirschman sulla democrazia dell’istituto di studi internazionali di Ginevra e ricercatore post dottorale all’Università Complutense di Madrid.
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