Robot, piante ed elefanti
Le vie della robotica bio-ispirata: costruire robot per capire la natura, di Fabio Meliciani e Alessandra Bonzi
Se pensiamo al mondo animale e vegetale e ai robot, pensiamo a due mondi completamente diversi. Ma non è così: da più di trent’anni biologia e robotica hanno cominciato ad essere realtà sempre più vicine e intersecate.
In termini scientifici si parla di robotica bio-ispirata, ovvero lo studio di modelli e schemi di funzionamento del mondo biologico al fine di applicarli a sistemi ingegnerizzati del mondo reale. La robotica bio-ispirata parte dall’osservazione di sistemi biologici per creare macchine più adatte ad operare in contesti reali e complessi. In parole semplici, si prende ispirazione da piante e animali per coglierne e riprodurne sistemi di movimento e funzioni.
Nella nuova puntata del “Giardino di Albert”, radio, parleremo di robotica bio-ispirata e lo faremo con due ospiti: Barbara Mazzolai a capo del centro di micro-biorobotica dell’Istituto italiano di tecnologia e Lucia Beccai ricercatrice presso lo stesso istituto.
A Barbara Mazzolai dobbiamo la creazione del primo Plantoide, la prima pianta robot, mentre Lucia Beccai, che per anni ha lavorato al progetto del plantoide, ora è impegnata in un nuovo progetto: Proboscis, il cui obiettivo è la realizzazione di un braccio robotico completamente autonomo capace di evolversi in ambienti instabili e adattarsi rapidamente a situazioni impreviste.
Compiremo dunque un viaggio nella robotica del futuro, che, nei laboratori di ricerca è già presente.