L’opera di Gian Francesco Malipiero (1882-1973), figlio di Luigi Malipiero e nipote di Francesco Malipiero, è profondamente legata alla città dove nacque, Venezia; da questa prese la liquidità della sua scrittura, l’arte antica marciana, la libertà, contraddittoria e insieme rigorosa, dell’espressione musicale. Di lui, in particolare, si deve ricordare l’immenso lavoro dell’edizione completa di Claudio Monteverdi ancora oggi punto di riferimento imprescindibile per tutti gli studiosi di musica antica. La sua attività di compositore ebbe alti e bassi vertiginosi complicati dalla rigidità colpevole dell’epoca nazifascista, restando però animo puro e generoso anche sotto il profilo sociale e ideologico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, finalmente, ebbe i tributi che gli spettavano a livello internazionale e che lo posero accanto ai grandi Maestri del Novecento, per i suoi scritti musicologici e per le sue composizioni. Lodevole e prezioso il progetto di registrazione della sua opera pianistica, intrapreso da Aldo Orvieto, con il Primo volume che abbraccia gli anni 1909-1964.
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