Definirlo illustratore, vignettista e ancora più fumettaro è riduttivo, se non sbagliato. Francesco Tullio Altan, più noto come Altan, è in realtà un grande editorialista. Forse il più famoso e letto d’Italia, visto che i suoi lavori appaiono sulla prima pagina e le copertine di quotidiani e settimanali popolari, oltre ad essere moltiplicati sulla rete. Dimostrando grande modestia, Altan lo spiega sostenendo che “la gente li legge prima di tutto il resto perché ci sono poche parole”. Intervistato nella sua casa di Aquileia, Altan racconta il suo percorso artistico-professionale, iniziato più di mezzo secolo fa in Brasile. E ricorda le opere lunghe e i personaggi più noti, tra i quali spiccano l’operaio Cipputi, la casalinga Luisa e Pimpa, la cagnolina con i pallini rossi destinata ai più piccoli. E parla della satira, che l’ha costretto ad occuparsi della politica di un paese e di un popolo, che ammette gli siano stati interpretati dal padre Carlo Tullio Altan, uno dei primi antropologi sociali italiani. E l’eredità risulta palese, visto il suo privilegiare le vignette sugli elettori piuttosto che sugli eletti: “se quelli sono al potere è perché qualcuno ce li ha messi”.
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