Siamo in Guinea Bissau, il primo “narcostato” d’Africa. Guinea Bissau, un paese piccolo e poco popolato. Un paese poco controllato e dai confini permeabili. Una posizione strategica tra l’America latina e l’Europa. Un governo debole e una cupola militare forte. Una cupola militare interessata al narcotraffico e ai soldi facili, e meno al benessere del paese. Le più efficienti e potenti organizzazioni di narcotrafficanti colombiani hanno deciso di lavorare qui. Siamo in Africa occidentale, appena sotto il Senegal: qui tutto iniziò 4 anni fa. Il 2007, l’anno del boom della coca e del crack. L’anno in cui potenti e lussuosi Suv iniziarono a sfrecciare per le strade di Bissau. Alla guida, i narcos colombiani, poco timorosi di farsi vedere alla luce del sole. Ma anche alti vertici militari e politici. E poi iniziarono a spuntare le ville: ville lussuose e kitch che stridevano con le baracche dei barrios che circondano il decadente centro coloniale della capitale. D’improvviso, in uno dei paesi più poveri dell’Africa e del mondo intero, i soldi iniziarono a girare e entrare e uscire letteralmente dalle tasche. Perché a entrare e uscire dal paese era la polvere bianca. Tonnellate e tonnellate di cocaina dal Centramerica, diretta in Europa... Giampaolo Musumeci ha indagato il nuovo crocevia della cocaina, raccogliendo voci e dati e cercando di capire come funzioni il nuovo hub della droga mondiale...

Bissau, il regno della droga
Laser 03.06.2011, 02:00
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