"Il più grande in assoluto fra i tedeschi mai esistiti", così lo descrive persino uno scrittore irriverente come Thomas Bernhard nel suo fantasioso racconto “Goethe muore”. In realtà oggi Johann Wolfgang Goethe, nato a Francoforte sul Meno nel 1749 e morto a Weimar, città dove visse per cinquant’anni e dove la sua traccia è ancora profonda, nel 1832, è più vivo che mai in patria e non solo. A trent’anni dalla riunificazione delle due Germanie il letterato più universale che la Germania abbia avuto è ancora presente e incisivo nella società tedesca, con le sue opere più lette, rappresentate e amate, primo fra tutti il sublime Faust, oggetto di attenzione da parte dei grandi registi del XX e XXI secolo. Senza dimenticare il romanzo “Le affinità elettive”, scritto più per i lettori di oggi che per quelli di ieri, il lavoro giovanile “I dolori del giovane Werther”, la poesia, i drammi…Ma come lo si recepisce e riscopre oggi in Germania, come lo si mette in scena? Ne parliamo con Marco Castellari, docente di letteratura tedesca all’Università Statale di Milano, socio della Goethe-Gesellschaft, attento osservatore della realtà germanica.
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