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All’origine dei libri di Éric Vuillard, autore di grande finezza ed eleganza, c’è quasi sempre un episodio storico. Le sue sono indagini in forma di romanzo, in cui – passando per l'America precolombiana e la conquista del West – racconta vicende passate con un registro tragicomico, comparando spesso al passato il nostro oggi, che si tratti della situazione attuale della Francia e dei gilet jaunes o dell'Europa e dell’ascesa delle nuove destre.
Nato a Lione nel 1968 dopo una giovinezza inquieta che lo porta a girovagare in Spagna, Portogallo e in Italia e a cambiare più volte facoltà universitaria Éric Vuillard si butta anima e corpo nella letteratura, esordendo nel 1999 con il romanzo Le Chasseur.
Negli anni ha sviluppato una forte propensione per la fiction storica, rileggendo eventi epocali come la conquista dell'Impero Inca da parte di Francisco Pizarro in “Conquistadors” (2009), la Grande Guerra in “La bataille d'Occident” (2012), la rivoluzione francese in “14 juillet” (2016).
Una predilezione evidente anche nelle opere tradotte in italiano dalle Edizioni E/O, “L'ordine del giorno”, vincitore del Prix Goncourt 2017, e il recente “La guerra dei poveri” (2019) incentrato sulla ribellione del predicatore tedesco Thomas Müntzer.
Monica Bonetti lo ha incontrato a Mantova durante Festivaletteratura.
Libri di Eric Vuillard nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt).
Prima emissione 28 novembra 2019
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https://www.rsi.ch/s/703609