OCSE, Unione Europea, G20, Stati Uniti, è un attacco concentrico quello che da anni ormai ha quale obiettivo l’affossamento del segreto bancario svizzero nel tentativo di aprire una breccia nei forzieri elvetici alla ricerca di fondi esteri neri. Nel marzo del 2009 il consiglio federale prese una decisione che costituì un punto di svolta: seppur a determinate condizioni: sarebbe stata concessa assistenza amministrativa ai paesi esteri in caso di sospetta evasione fiscale. Fu un passo storico, che non scatenò le conseguenze negative prospettate da alcuni osservatori per la piazza finanziaria. “
La Svizzera ha vinto una battaglia, ma non la guerra”, prospettarono altri, ed infatti le pressioni sul segreto bancario non sono cessate e l’erosione, complici la grave crisi finanziaria internazionale ed alcuni fattori interni, non è cessata. Ma la piazza finanziaria elvetica potrebbe fare a meno del segreto bancario? Quanto contribuiscono ancora altre peculiarità a renderla attrattiva? Ci sono state fasi altrettanto difficili nella storia del rapporto tra banche svizzere e comunità internazionale? Se ne discute a
Laser con il prof. Sébastien Guex, dell’università di Losanna, con Samuele Vorpe, docente e ricercatore alla SUPSI e con l’avvocato Stelio Pesciallo.

Il segreto bancario svizzero ai tempi della crisi
Laser 10.02.2012, 01:00
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