Laser

La storia di Raboni: «a impastar parole col mio fiato»

di Antonio Ria

2.6.2001-Mendrisio, Festa del libro. Lo scrittore e poeta Giovanni Raboni (Ti-Press)
25:08

La Storia di Raboni: «a impastar parole col mio fiato»

Laser 22.12.2009, 01:00





Così a volte succede che nel buio
si insanguini un volto, una mano
ci implori – così c’è
chi ignora e chi invece ha nel cuore
la comunione dei vivi e dei morti


Per chi ha conosciuto Giovanni Raboni, ma anche per chi sa leggere i suoi versi, questa caratteristica di avere «nel cuore / la comunione» rimane scolpita come epigrafe della sua vita e della sua poesia. Un’epigrafe non celebrativa ha voluto recentemente rendere alla “Storia di Raboni” l’Università degli Studi di Milano che, a cinque anni dalla scomparsa, ha raccolto studiosi e testimoni per fare “memoria” alla sua volontà, alla sua passione di «impastar parole col mio fiato». Una poesia di squarci, dove musica e pensiero si incrociano: poesia di coinvolgimento, di impegno, che chiama in causa se stesso («il mio fiato»), ma anche gli orrori della storia, sempre con «comunione», con carità, seppur implacabile. Un Laser dedicato a lui dovrebbe essere innanzi tutto un ascolto della sua poesia: compito affidato alle interpretazioni dell’attrice Anna Nogara. Ma a raccontar questa Storia, curata da Antonio Ria – non solo il Raboni poeta, ma anche il critico letterario e teatrale, l’editore, il traduttore –, intervengono Gabriele Frasca (Università di Napoli), Fernando Bandini (Università di Padova), il traduttore Marco Ceriani, il critico Enzo Golino, l’attore e autore teatrale Moni Ovadia. Emerge così una forma di lirismo critico, interrogante, che interpella e inquieta: una Storia che continua.

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