Ricordiamo il numero di vittime, quando si è svolto un attentato, dove ci trovassimo quel giorno. Succede per l’11 settembre o per eventi che hanno segnato la nostra vita e l’intera umanità. Ma chi sopravvive a un attentato o chi ha perso un affetto in un attacco suicida, conserva quelle ferite in modo completamente diverso, ed ogni giorno è peggiore del precedente. “Laser” dà voce ad alcuni familiari di vittime del terrorismo, costrette a convivere con una assenza, costrette a riconoscere che tra vittima e attentatore non c’era nessun legame di nessun genere. Gli attentatori dell’11 settembre non conoscevano i nomi delle persone che sarebbero morte con loro. Come convivono, i familiari delle vittime, con il ricordo, come fanno fronte alla vita quotidiana, quale il loro impegno per chi viene a trovarsi in una condizione simile o identica alla loro? Con Arnaldo Caccia, che ha perso la figlia nell’attentato al Cafè Argana di Marrakech e ideatore della Fondazione “Mano tesa”, Laura Dolci, che ha perso il marito nell’attacco al quartier generale ONU a Baghdad e assistente speciale della direzione dell’alto commissariato dell’ONU per i Diritti Umani e Guillaume Denoix de Saint Marc, che perse il padre nell’attentato ad un aereo francese in Africa e direttore generale dell’Associazione francese vittime del terrorismo.
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