Dal 2012 il Mali è precipitato in una guerra che nessuno sembra in grado di fermare.
Le milizie jihadiste controllano ormai gran parte del Paese. Centinaia di migliaia di profughi affollano i campi che sorgono nei sobborghi della capitale, Bamako, e dei maggiori centri urbani. I caschi blu dell’ONU e i soldati francesi della missione Barkhane faticano ormai a proteggere se stessi. La violenza etnica sembra non trovare fine. Ma per comprendere le vere cause di questo conflitto, occorre guardare altrove: ovvero allo stretto rapporto esistente tra crisi climatica, land grabbing ed estremismo islamico.
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