Raja Shehadeh
Laser

Scrivere dove sta il limite

Colloquio con lo scrittore palestinese Raja Shehadeh

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  • 26.3.2024
  • 27 min
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  • Scienze umane e sociali
Di: Eleonora Vio

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Sono passati oltre tre mesi dalla terribile strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso. Da allora, l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione militare senza precedenti nella Striscia di Gaza che, per la sua efferatezza, gli è costata l’accusa di genocidio di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.

Incontriamo Raja Shehadeh, scrittore e avvocato palestinese, nella sua casa a Ramallah. Giudici e avvocati da generazioni, gli Shehadeh si sono battuti per decenni per l’autodeterminazione dello stato palestinese.

Pur avendo avuto un rapporto difficile con il padre, Raja ha deciso di seguirne le orme diventando avvocato anche lui, e fondando, più tardi, l’organizzazione per i diritti umani al-Haq, che dal 1979 si occupa di documentare, facendo leva sul diritto internazionale, le violazioni commesse da Israele nei territori palestinesi occupati dal ‘67. Presto, la sua carriera legale si è andata a intrecciare con l’esigenza di scrivere e comunicare agli altri, secondo una narrativa politica intima, nostalgica e profonda, che gli ha portato diversi riconoscimenti internazionali. 

Con Raja abbiamo parlato dell’enorme tragedia in corso. Ma per raccontare davvero chi è lui, e descrivere l’enorme bagaglio che da decenni si trascina dietro, non potevamo non inserire anche due estratti tratti dai suoi libri. 

Uno, dal “Pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare”, la sua opera più nota vincitrice dell’Orwell Prize nel 2008, e, l’altro, da “Potevamo essere amici. Mio padre ed io”, che gli è appena valso il National Book Award statunitense ma che, ancora, non è stato tradotto in italiano.

Prima emissione: 24 gennaio 2024

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