Circa il 20% delle gravidanze avviate non si conclude con la nascita di un bambino vivo. Aborti spontanei, morti in utero e morti perinatali si verificano in una gravidanza su cinque ma, nonostante la frequenza, la perdita perinatale è ancora un argomento tabù della maternità e della genitorialità.
Per la medicina la “morte perinatale” avviene fra la 22/28esima settimana di gestazione ei 7 giorni successivi al parto, ma questa definizione biomedica ha poco a che vedere con la perdita e il lutto che la donna e la coppia possono vivere anche prima di questa soglia, già proiettati in un progetto di genitorialità e in un rapporto affettivo con il nascituro.
Il loro dolore rimane spesso silenzioso, non riconosciuto né dai protocolli sanitari né dalle norme giuridiche né dalla società.
In occasione della Baby loss awareness week, la Settimana mondiale per la consapevolezza del lutto perinatale (9-15 ottobre), Moby Dick racconta la perdita perinatale estendendola a tutta la gravidanza, così come prevedono le più recenti definizioni delle scienze psicologiche e sociali, per meglio comprendere, sostenere e accompagnare le donne, le coppie e le famiglie che vivono questo evento.
Con:
Claudia Mattalucci, antropologa culturale, curatrice con Roberta Raffaetà del saggio Generare tra la vita e la morte. Aborto e morte perinatale in una prospettiva multidisciplinare (FrancoAngeli, 2020);
Barbara Schepis, psicologa clinica perinatale;
Valentina Greco, conduttrice del gruppo di auto-aiuto in Perdita perinatale “Le radici del cuore”, a partire da una propria esperienza di perdita perinatale;
Sarah Zschokke, levatrice indipendente, ideatrice e realizzatrice della Fontana commemorativa nel Parco delle camelie a Locarno, dedicata alle madri, ai padri e ai familiari che hanno subito un lutto perinatale.
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