Il compositore Franco Piersanti
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Franco Piersanti. Scrivere musica per il presente

Tra memoria, testimonianza e futuro, forse il cinema da solo non basta più

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  • Alessandro De Rosa
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Nel corso dell’intervista in cui Alessandro De Rosa ospita Franco Piersanti, il compositore racconta una fase cruciale del proprio percorso artistico: la scelta consapevole di allontanarsi progressivamente dal cinema per dedicarsi a opere musicali ed extramusicali capaci di dialogare in modo diretto con la realtà contemporanea.

Piersanti ripercorre la genesi de La ballata di Dan, lavoro ispirato a Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe, ma profondamente radicato nell’oggi, andato in scena il 20 novembre 2025, al Teatro Abeliano di Bari.

Il romanzo di Poe, con il suo racconto di viaggio, pericoli e sopravvivenza, diventa il punto di partenza per un confronto con la storia reale di Dan Obuseh, giovane nigeriano arrivato in Italia dopo un lungo e drammatico percorso migratorio. Attraverso un dispositivo narrativo che intreccia citazioni originali del testo di Poe – recitate da Giancarlo De Cataldo in inglese e in italiano – e la testimonianza diretta di Obuseh, la composizione musicale si fa spazio di riflessione, ascolto e rispetto.

Piersanti riflette sul rischio, accettato e necessario, di trasformare un’opera letteraria del passato in uno strumento per interrogare il presente. Una scelta che lo ha portato ad abbandonare ogni retorica e artificio drammaturgico, privilegiando un linguaggio musicale essenziale e fragile, l’unico che potesse accompagnare con pudore una storia di dolore realmente vissuto.

L’intervista affronta così il tema più ampio del “fare musica oggi”: dopo anni di scrittura per il cinema – dove la musica è chiamata a sostenere narrazioni di finzione – Piersanti rivendica la necessità di una composizione che si assuma una responsabilità civile, capace di parlare alla società, di farsi testimonianza del presente e, allo stesso tempo, di mantenere un dialogo con il passato e con ciò che verrà.

In questo percorso si inserisce anche Requiem Marino, altro brano centrale nell’ascolto proposto, nato anch’esso in ambito extracinematografico e dedicato alle tragedie dei migranti che continuano a consumarsi nel Mediterraneo. Un’opera che conferma la volontà del compositore di confrontarsi con le ferite aperte del nostro tempo, affidando alla musica non la funzione di commento, ma quella di memoria e coscienza.

L’incontro tra Alessandro De Rosa e Franco Piersanti diventa così un’occasione per esplorare una visione della musica come atto etico oltre che artistico: una scrittura che guarda al futuro senza dimenticare il passato e che trova nel presente la sua urgenza più autentica.

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