Al Teatro alla Scala di Milano va in scena dal 26 settembre “L’Orontea” di Antonio Cesti, commedia erotica e sovversiva, costellata di arie di seducente bellezza, fra le opere più rappresentate del XVII secolo, poi caduta in un lungo oblio. Davide Daolmi ci racconta del nuovo allestimento scaligero, diretto da uno specialista illustre come Giovanni Antonini, firmato per la regia da Robert Carsen e un cast di prim’ordine, con Stéphanie d’Oustrac, Mirco Palazzi, Francesca Pia Vitale e Carlo Vistoli. La cartolina, firmata da Nicola Cattò, ci arriva da Rio de Janeiro, dove ci conduce anche uno degli ottanta concisi episodi saggistici che compongono il nuovo libro di cui ci parla Emilio Sala, studioso d’opera sempre avido di connessioni spesso ignorate. In “Opera, neutro plurale” (Il Saggiatore), cominciando con gli Acuti per finire con la Zeitoper, passando per Emigrazione, Fiasco, Mammismo e Political correctness, Sala mostra che l’opera è teatro ma anche un sofisticato sistema di significati e stimolatore di esperienze.
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