Lo studio della prassi esecutiva antica è oggi uno standard abbastanza diffuso anche nel mondo dell’opera: se le tradizioni novecentesche sono dure a morire nel campo del melodramma romantico, dominato dalle orchestre stabili dei grandi teatri, almeno nell’opera del Sei – Settecento ci si aspettano ormai strumenti antichi e tecniche esecutive storiche. Per questo balza all’occhio con più forza la totale discrasia tra il piano sonoro e quello visivo: gli strumentisti specializzati si formano sui trattati dell’epoca per metterne in pratica i dettami, mentre si dà per scontato che scenografi, registi e interpreti sul palco facciano riferimento al teatro contemporaneo e non si pongano neppure il problema di una tecnica storica di recitazione – se non altro per conoscerla, prima di rifiutarla. Eppure, le fonti antiche in merito sono numerose, e vanno di pari passo con le numerose testimonianze secondo cui, per i musicisti del passato, musica, danza e gestualità erano unite in un inscindibile equilibrio. Questo oggi il tema su cui converseranno con Paolo Borgonovo, a “Voi che sapete”, Deda Cristina Colonna, danzatrice e insegnante di Tecniche storiche di recitazione alla Schola Cantorum Basiliensis, e Alberto Allegrezza, cantante, regista e didatta.
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