Vengono chiamati gli “accordi di Abramo” e sanciscono la normalizzazione delle relazioni tra Israele da una parte e gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein dall’altra. Accordi ufficialmente sottoscritti a Washington, con Donald Trump in cabina di regia.
E’ “un passo storico” secondo il primo ministro israeliano Netanyahu. Si tratta infatti della prima intesa tra Israele e alcuni degli Stati del Golfo, in attesa che altre capitali della regione vadano ad aggiungersi ai due apripista. In ottica strategica l’accordo va visto come un’azione di contrasto alle ambizioni espansionistiche iraniane, nemico comune dei quattro Paesi che lo firmeranno.
Uniti contro la Repubblica islamica e anche uniti nel lasciare in sospeso la questione palestinese. Non per nulla l’Autorità nazionale palestinese parla di “tradimento” e di “pugnalata alle spalle”, visto che l’accordo su questa infuocata questione rimane ambiguo. Per Israele l’intesa prevede soltanto una sospensione dell’annessione della Cisgiordania, per gli Emirati invece si tratta di uno stop definitivo.
Tanti dunque gli argomenti per una firma che si inserisce anche nella corsa alla Casa Bianca e che Donald Trump presenta come un suo personale successo sullo scacchiere mediorientale.
Ne parleremo con:
Annalisa Perteghella, Istituto studi di politica internazionale, Milano
Sergio della Pergola, Università di Gerusalemme
Riccardo Bocco, professore di sociologia politica all’Istituto degli alti studi internazionali e dello sviluppo di Ginevra
In registrato:
Hani Gaber, rappresentante dell’autorità nazionale palestinese nel nord Italia
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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