Prende forma in Parlamento quella che dovrà essere la nuova riforma della fiscalità delle imprese. Progetto rielaborato dal governo dopo la bocciatura popolare della Riforma III lo scorso anno. Lo scopo è sempre quello: abolire i vantaggi fiscali per le circa 24 mila multinazionali che godono a livello cantonale di statuti speciali, come ci chiedono Ue e Ocse. E allo stesso tempo non intaccare l’attrattività della Svizzera per le aziende straniere. Ieri anche il Consiglio nazionale ha seguito il modello degli Stati. Ovvero aggiungere alla riforma una compensazione sociale. In tutto circa due miliardi di franchi che andrebbero all’AVS. Un modo questo anche per allargare il consenso attorno a questo progetto che per molti resta ancora un regalo alle grandi aziende e renderlo più solido in caso di nuovo, non improbabile, voto popolare.
La discussione è accesa. Progetto equilibrato? Giusto unire solo per renderlo più digeribile, due oggetti così diversi come fisco e pensioni? E ancora: cosa ci dice questo dibattito sulla capacità o difficoltà di trovare compromessi, un’arte tutta svizzera che sta diventando però sempre più complicata?
Ne parliamo con:
Marco Chiesa, Consigliere nazionale e vicepresidente dell’UDC
Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati e capogruppo del PPD
Lisa Mazzone, Consigliera nazionale dei Verdi
Corrado Pardini, Consigliere nazionale PS e membro della CET (Commissione economia e tributi)
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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