Si è appena chiuso il G20 di Roma e ora l’attenzione del mondo intero si è spostata sulla COP26 di Glasgow. Tutto questo in un contesto economico segnato da un fenomeno che negli ultimi anni sembrava del tutto scomparso: l’inflazione. Un rincaro dei prezzi che sta facendo registrare cifre da primato in diversi Paesi occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti, dove l’inflazione ha superato il 5% e dove la Federal Reserve proprio mercoledì potrebbe annunciare un suo intervento per moderare l’aumento dei prezzi al consumo.
L'Europa non fa eccezione: la corsa del rincaro si sta facendo sentire ben oltre la soglia del 2%, l'obiettivo che la Banca centrale europea si è sempre data è sinonimo, a suo dire, di un’economia sana. In Germania l’inflazione è al 4,5%, un livello che non si raggiungeva dal 1993 e che sta turbando il sonno dei risparmiatori tedeschi. Per le banche centrali non c’è però motivo di allarmarsi, questo rincaro sarà solo transitorio ed è dovuto in particolare all’aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime. Ma sarà davvero così? Oppure stiamo entrando in una nuova fase, contraddistinta da tassi di inflazione superiori a quelli – decisamente molto bassi – che hanno contraddistinto l’ultimo decennio? E quali possono essere le conseguenze per il nostro Paese? Dove l’inflazione rimane sotto l’1% ma in cui si assiste già ad un rialzo dei tassi di interesse legati alle ipoteche e al mercato immobiliare.
Interrogativi e argomenti che affrontiamo con i nostri ospiti, per capire in definitiva quale potrà essere il destino a breve e medio termine del nostro potere d’acquisto e dei nostri risparmi.
Ne parliamo con:
Elena Guglielmin, analista finanziaria UBS Zurigo
Luca Fasani, responsabile della redazione “Tempi Moderni”
Sergio Rossi, professore di macroeconomia e economia monetaria – Uni Friborgo
Maria Paola Toschi, direttrice esecutiva per JP Morgan a Milano
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