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La GB dice sì ai bimbi con 3 genitori

Una legge per prevenire la trasmissione di malattie mortali

  • KEYSTONE
  • 5.2.2015
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  • PROCREAZIONE ASSISTITA
  • IGIENE E SANITÀ PUBBLICA

La Camera dei Comuni britannica ha approvato la legge che, se confermata dalla Camera alta, consentirà di usare il patrimonio genetico di tre persone nella fertilizzazione in vitro. Il Regno Unito diventerà verosimilmente pioniere con questa procedura che sfruttando il dna di tre genitori «genetici» permette alle donne portatrici di malattie mitocondriali gravi, la possibilità di avere bambini senza trasmettere loro drammatiche patologie.

Si stima che il nuovo metodo di fecondazione potrà essere utile ogni anno a 150 coppie britanniche ma sia la Chiesa cattolica che quella anglicana si sono opposte sottolineando le profonde conseguenze etiche, sociali e legali della creazione di un embrione umano con il Dna di tre persone. Alcuni gruppi temono che la metodica possa aprire la porta ai «bebè su misura», geneticamente modificati per avere un particolare aspetto, o un’intelligenza. Secondo alcuni esperti i bambini “con tre genitori” sarebbero a maggiore rischio di tumori, mentre altri sottolineano i rischi di complicazioni o malformazioni future. Modem ne parla con:

Alberto Bondolfi, Professore emerito di etica, già membro commissione nazionale;

Luca Pagani, avvocato e membro della commissione di bioetica della Conferenza dei vescovi svizzeri;

Dr. Jürg Stamm, Primario del Centro di Fertilità-Medicina della riproduzione all’Ospedale Regionale di Locarno.

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