Prosegue ormai da giorni l’attacco israeliano di Hezbollah in varie località del Libano, dopo la conferma dell’uccisione, venerdì, del suo leader storico Hassan Nasrallah, considerato dal premier israeliano Netanyahu “il motore centrale dell’asse del male dell’Iran”. Hezbollah indebolita e di fatto decapitata dei suoi più alti vertici, la cui capacità militare è ora messa in discussione. Un successo per lo Stato ebraico, il primo vero successo militare da un anno a questa parte, che rinfranca Benjamin Netanyahu nella sua posizione. Gli occhi ora sono tutti puntati sulla reazione iraniana, perché senza l’appoggio di Teheran difficilmente le milizie di Hezbollah potranno riorganizzarsi rapidamente e mantenere un livello di deterrenza tale da contrastare quella che pare essere un’imminente “limitata operazione di terra”.
Si apre dunque una nuova fase della guerra in Medio oriente? Quel conflitto su scala regionale da tempo temuto e preconizzato? Senza dimenticare che tra i due fronti – Israele e Libano – ci sono migliaia di civili in fuga.
Ne parliamo domani a Modem con 4 ospiti:
Lorenzo Trombetta, collaboratore RSI esperto di Libano
Francesca Caferri, giornalista, inviata di Repubblica in Israele
Mauro Gilli, esperto di strategie militari del Politecnico di Zurigo
Marco Perini, Fondazione AVSI per il Medio Oriente
Una puntata con testimonianze registrate di due cittadini libanesi che vivono in Ticino
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