Una cifra che fa discutere quel 34% di morti in più sulle strade svizzere registrato negli ultimi 5 anni (250 i decessi in seguito a incidenti stradali nel 2024). L’aumento è segnalato dall’Upi, l’Ufficio per la prevenzione degli infortuni, che parla di una Svizzera in controtendenza sul piano europeo e chiede alla politica maggiore incisività.
Le misure efficaci ci sono – afferma l’Upi – la volontà politica di applicarle c’è forse meno; e l’obiettivo, fissato a Berna, di ridurre a 100 entro il 2030 i morti sulle strade del Paese rischia di mai concretizzarsi.
Se guardiamo ai decessi sulle strade in rapporto alla popolazione o ai chilometri percorsi, la Svizzera resta un buon allievo in Europa, ma qualcosa apparentemente ancora non va. Cosa? Quali le sfide? Dove non si agisce abbastanza? O forse tutto sommato va bene così? Ne discutiamo con:
· Emanuele Giovannacci, consulente tecnica del traffico UPI (quicklink)
· Renato Pizolli, servizio comunicazione, media e prevenzione Polizia Cantonale (telefono)
· Bruno Storni, presidente Ata sezione Ticino, consigliere nazionale PS (quicklink?)
· Simone Gianini, presidente Acs, consigliere nazionale Plr (studio)
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