Natale uguale sfavillio di luci, di insegne e di addobbi. Nei negozi le vetrine sono invitanti più che mai, si fanno regali, si confezionano pacchi, i mercatini impazzano in un crescendo che sembra inghiottire tutto e tutti.
E’ una corsa sfrenata, che spesso conduce solo al superfluo, quasi mai all’indispensabile.
E mentre la pubblicità diffonde un’immagine del Natale fatta di piccoli gesti, di calore e di amore, ci rendiamo conto di essere stati risucchiati da un vortice dal quale sembra impossibile uscire.
Noi ci siamo fermati e ci siamo presi il tempo per andare a trovare Suor Alessandra Muñoz, nel piccolo convento di Santa Maria ai Pioppi, a Poschiavo.
Nata il primo febbraio del 1965, in una famiglia numerosa – quattro sorelle e due fratelli - Suor Alessandra Muñoz è cresciuta in un paesino del dipartimento del Cauca, nella Valle Pubenza, in Colombia. Poi, 34 anni fa si è trasferita a Poschiavo. E per lei è cambiato il mondo. A cominciare dal Natale: non più periodo festoso con canti e balli che iniziavano all’alba per terminare a notte fonda, non più l’attesa della Natività attraverso le Novene, ma un clima freddo, e non solo per le basse temperature, ammantato di solitudine e tristezza. Ma Suor Alessandra non si è arresa e con le altre consorelle colombiane ha portato un po’ del “suo” Natale a sud del Bernina: gesti seplici, sinceri, genuini, densi del significato intrinseco al Natale: l’attesa, la nascita, la vita.