Sempre più cittadini/e ritengono debole e poco incisivo il nostro Consiglio federale: cosa fare per arginare questo progressivo e preoccupante scollamento fra politica e “paese reale”? La fiducia e il grado di soddisfazione verso i nostri consiglieri federali aumenterebbero, se a scegliere e a votare i sette “ministri” fosse il popolo e non il Parlamento federale? La formula magica è ancora attuale e sostenibile e va quindi preservata? Una diversa ripartizione dei seggi potrebbe fare la differenza? Il Governo attuale è rappresentativo della realtà politica del Paese? Partiamo da un sondaggio pubblicato ieri da Tamedia e 20 Minuten, svolto dall’istituto Leewas su un campione di 14.775 persone scelte in tutto il Paese (margine di errore +-2%), dal quale emerge che la soddisfazione nei confronti del collegio governativo è calata rispetto a due anni fa, come anche la popolarità dei suoi membri. Il consigliere federale più apprezzato è l’ultimo arrivato, ovvero colui che è stato eletto nel marzo scorso in governo ed è già il beniamino della popolazione: si tratta del consigliere federale Martin Pfister, «ministro» della difesa, che risulta il più gradito alla popolazione. Segue a ruota, nella scala della popolarità, il consigliere federale Guy Parmelin. Ultimo, il responsabile della diplomazia e del Dipartimento federale degli affari esteri, Ignazio Cassis, che scende di un rango rispetto a due anni fa. Al terzo posto si piazza il «ministro» dell’ambiente, dei trasporti e dell’energia Albert Rösti, seguito dalla responsabile delle finanze, nonché presidente della Confederazione, Karin Keller-Sutter, dal responsabile del dipartimento di giustizia e polizia, Beat Jans, e dalla «ministra» dell’interno, Elisabeth Baume-Schneider, che migliora di una posizione rispetto al 2023. In generale, sulla base dei risultati del sondaggio, la soddisfazione nei confronti del collegio governativo è calata rispetto a due anni fa, come anche la popolarità dei suoi sette membri. Un quarto dei soggetti vagliati si dice inoltre favorevole all’attuale «formula magica» per la composizione del governo, ossia due socialisti, due PLR, due UDC e un solo membro per il Centro. Sono soprattutto i simpatizzanti del PLR che si dicono a favore degli attuali equilibri politici in seno al Consiglio federale.
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