Riccardo Fogli, Red Canzian, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Stefano D'Orazio in occasione della conferenza stampa di presentazione dei progetti della band per i 50 anni di carriera
Facciamo una band?

Pooh

  • Ieri
  • 8 min
  • Daniele Oldani
  • ansa
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Signore e signori: i Pooh
Il primo nome era “The Jaguars”, forse un po’ troppo altisonante per cinque ragazzi di buone speranze che nel 1966 volevano fondare una band. Poi qualcuno suggerì Pooh e cominciò un’epopea clamorosa per la musica italiana. Litigi, tour da favola con effetti speciali, produzioni internazionali, incomprensioni, amicizie, allontanamenti e ritorni: c’è tutto nella storia dei Pooh, proprio come accade in tante normali famiglie. Ci sono 100 milioni di dischi venduti, ci sono 31 album, ci sono personalità forti, dischi d’oro, premi e anche una vittoria al Festival di Sanremo, con Uomini soli. E poi ci sono i grandi classici della musica italiana: da Piccola Katy a Pensiero, da Tanta voglia di lei a Parsifal. Il 6 novembre scompare Stefano D’Orazio e la famiglia Pooh si riunisce e si ritrova. Scrivono sui social: “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta, prima di tutto con sé stessa: Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre…Roby, Dodi, Red, Riccardo.”
Canzone simbolo: Piccola Katy
Anno d’oro: 1990, I Pooh trionfano a Sanremo con Uomini soli. L’album rimane dieci mesi ai vertici delle classifiche.
Il nome Pooh arriva da Winnie the Pooh, personaggio immaginario, protagonista di una serie di romanzi per ragazzi pubblicati negli anni ’20 dello scorso secolo.

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