Diossine e PFAS: se ne parla spesso, i media riferiscono regolarmente sui monitoraggi e sulla presenza di queste sostanze e dei loro potenziali e concreti rischi per la nostra salute: ma cosa sono in realtà? Ci dobbiamo preoccupare? Con quali e con quante di queste sostanze noi entriamo regolarmente in contatto? Quali sono i problemi e i pericoli per l’uomo e per l’ambiente? Dai monitoraggi che vengono effettuati cosa emerge? In Ticino quali sono le loro concentrazioni e in quali luoghi? Alcuni recenti dati indicano che i valori di diossine attorno agli ex impianti di incenerimento dei rifiuti di Bioggio (CER) e Riazzino (CIR) sono mediamente più elevati rispetto a quelli dei campioni prelevati altrove (come nei pressi di vecchie industrie), ma in un solo punto, a Bioggio, superano il livello di guardia. È questo l’esito dell’analisi, pubblicato in un rapporto presentato la settimana scorsa, che il Dipartimento del territorio ha svolto fra il 2021 e il 2024 in Ticino, alla luce di quanto appurato invece a Losanna nel 2021, dove sono state trovate concentrazioni elevate. Su 60 campioni prelevati, il valore più alto rilevato è stato di 28 ng/kg, contro i 640 di Losanna. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente il caso vodese rappresenta però un esempio isolato. Per quanto l’esercizio del CIR e del CER abbia contaminato il suolo, non sono richieste delle misure di risanamento e di bonifica né limitazioni all’uso. Tutto in regola, infine, nei pressi dell’ICTR, il termovalorizzatore dell’Azienda cantonale dei rifiuti in funzione da 15 anni. Per quanto riguarda i PFAS bisogna dire che sono invisibili, perenni e stabili ma al contempo problematici per la salute in quanto hanno contaminato ambiente e organismi umani. I PFAS sono un gruppo di migliaia di sostanze chimiche sintetiche, note anche come “sostanze chimiche permanenti”, perché non si degradano e si accumulano in natura e negli organismi viventi, uomo compreso. I pesci sono fra le principali fonti di assorbimento. Ma sono state stabilite delle quote massime di tolleranza? La materia è ancora relativamente nuova, sappiamo che vi sono molti studi scientifici in corso che dovrebbero fornire agli esperti ulteriori indicazioni e evidenze per fare il punto alla situazione e per capire le misure e le strategie da adottare per l’ambiente, l’ecosistema e gli organismi viventi. Nella puntata odierna presentiamo poi le diverse attività della Sezione della protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del Territorio, una Sezione che, in sintesi, si occupa di tre beni preziosi - l’ambiente, l’acqua e l’energia - applicando delle leggi che ne regolano la tutela: la Legge federale sulla protezione dell’ambiente; la Legge federale sulla protezione delle acque; la Legge federale sui prodotti chimici; e, in ambito ticinese, la Legge cantonale sull’energia. Gli importanti compiti da affrontare sono molteplici e complessi e si basano su leggi chiare e precise. Infatti, la Legge federale sulla protezione dell’ambiente è precisata in una trentina di ordinanze d’applicazione che regolano tutti i principali settori compresi nella nozione giuridica di protezione dell’ambiente, vale a dire: l’inquinamento atmosferico; il suolo; i rumori; gli stimoli sonori e i raggi laser; le radiazioni non ionizzanti; le sostanze pericolose per l’ambiente e gli organismi; i rifiuti, il traffico dei rifiuti speciali e i siti inquinati; la protezione dagli incidenti chimici e biologici rilevanti; l’esame dell’impatto sull’ambiente. La Sezione è composta da sette Uffici; quello dei servizi tecnico-amministrativi; poi gli Uffici della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico; dei rifiuti e dei siti inquinati; della sicurezza, dell’aria e del suolo; del clima e della decarbonizzazione; della prevenzione dei rumori; e del monitoraggio ambientale.
È ospite:
Nicola Solcà, capo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo della Divisione dell’ambiente del Dipartimento del territorio
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