anziani, riforma secondo pilastro
Millevoci

E ora arriva la riforma LPP 21 (3./3)

Dibattito a cura di Isabella Visetti

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  • 5.10.2022
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Dopo la votazione su AVS 21, riprendono le discussioni sulla revisione della previdenza professionale che, dopo la bocciatura del 2017, era stata sviluppata come dossier separato dalla riforma del primo pilastro.

L’evoluzione demografica con l’aumento della speranza di vita e i bassi tassi d’interesse impongono un abbassamento del tasso minimo di conversione dall’attuale 6,8 al 6 percento, unica misura su cui finora sono tutti d’accordo, parti sociali e datori di lavoro, che darebbe respiro alle Casse pensioni in difficoltà e assicurerebbe a medio termine la sostenibilità del secondo pilastro.

Su diversi altri punti si dovrà invece tornare a confrontarsi per cercare soluzioni, per esempio sull’entità di un supplemento di rendita come compensazioni per le generazioni di transizione, o sulla riduzione della deduzione di coordinamento, quella parte di salario non assicurato nella LPP, pari a poco più di 25 mila franchi, e che è una delle ragioni dell’esclusione dal secondo pilastro di chi lavora a tempo parziale. Un meccanismo che spesso penalizza le lavoratrici e che concorre, con la disparità salariale, a creare un divario nelle rendite pensionistiche tra uomini e donne, molto accentuato nel secondo pilastro, basato sulla capitalizzazione.

Ne parliamo con:
Davina Fitas,
vicesegretaria regionale OCST Mendrisiotto e responsabile OCST Donna-Lavoro, presidente Commissione consultiva per le pari opportunità del Canton Ticino
Cristina Maderni, vicepresidente della Camera di commercio del Canton Ticino e granconsigliera PLR
Régis Dubied, consulente indipendente e perito federale in assicurazioni private

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