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Millevoci

Il bisturi… nel mondo medico e della sanità: il professor Raffaele Rosso racconta e si racconta

  • Oggi
  • 51 min
  • Antonio Bolzani
  • RSI
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Il suo sguardo sulla realtà medica, chirurgica e più in generale della sanità ci proietta in un ambito che tocca tutti noi: pensiamo ai costi della salute, al nostro rapporto con i medici e all’abbondante offerta -e di qualità elevata!- di prestazioni. Nella puntata odierna il professor Raffaele Rosso, già primario di chirurgia e direttore sanitario dell’Ospedale Regionale di Lugano e attuale direttore generale della Società Svizzera di Chirurgia (SSC), racconta e si racconta, offrendoci delle interessanti e stimolanti chiavi di lettura per riflettere sul nostro e su altri mondi. Dopo aver lasciato l’Ente Ospedaliero Cantonale all’inizio del 2018, il nostro ospite odierno ha lavorato in Africa e nello Yemen, come medico “missionario” specializzato in chirurgia d’urgenza per “Médecins sans frontières”. Per lui è stata un’esperienza di vita molto coinvolgente, impegnativa sul piano emotivo e toccante, una parentesi esistenziale in cui alla base devono esserci una spiccata vocazione umanitaria; un senso di giustizia innato unito a una professionalità che non può e non deve mai mancare; e una forte e accentuata solidarietà e vicinanza verso chi è nato e cresciuto nella parte sbagliata del mondo. Fra i temi su cui si sofferma il dottor Rosso, spiccano la sua speranza di avere in Ticino una sanità più moderna, più concentrata e più sostenibile in cui il settore pubblico e quello privato possono e devono collaborare in modo costruttivo, virtuoso e proficuo; la chirurgia odierna sempre più confrontata con i robot, le macchine, la tecnologia e l’intelligenza artificiale; e gli interrogativi che si pongono sui medici e sui chirurghi che arrivano all’età di pensionamento, ovvero gli “over 65” che desiderano continuare a esercitare la professione. Vanno incoraggiati a proseguire la loro attività oppure è meglio che rinuncino alla sala operatoria e al bisturi per raggiunti limiti d’età? Va anche detto che non sempre, soprattutto in certe specialità, vi sono già pronti i medici più giovani in grado di subentrare. Quindi, per molti dottori è quasi eticamente obbligatorio dover andare avanti.

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