Sta facendo discutere in Ticino, soprattutto per la tempistica che ha già innescato degli atti parlamentari, la decisione di ieri del Consiglio di Stato che ha annunciato che è stata apportata una modifica al programma promozionale in ambito energetico, che prevede la cessazione, a partire dal primo luglio, degli incentivi per nuovi edifici certificati Minergie-A o Minergie-P. Per garantire una continuità nelle misure promozionali in ambito energetico, il Governo ha riavviato a inizio anno il proprio programma promozionale in ambito energetico. Quest’ultimo si fonda su crediti cantonali approvati dal Parlamento ticinese, per un importo totale di 127 milioni di franchi, e su importanti entrate derivanti dal Programma Edifici, che a sua volta beneficia di parte dei proventi derivanti dalla tassa sul CO2. Secondo il comunicato del Governo, considerata la delicata situazione economica e alla luce delle incertezze finanziarie delineatesi sia a livello federale sia cantonale, si è proceduto rivedendo l’assegnazione e la destinazione degli incentivi in ambito energetico, al fine di evitare un prematuro esaurimento dei fondi disponibili. Tenuto conto che, dal 2024, i nuovi edifici devono già rispettare delle prescrizioni energetiche più severe, il Consiglio di Stato ha deciso di concentrare gli incentivi disponibili sul risanamento degli edifici esistenti e sulla promozione delle fonti rinnovabili. Inoltre, va ricordato, che dal 2024 in Ticino sono cambiate anche alcune leggi energetiche tanto che gli edifici odierni sono già molto validi e si avvicinano agli attuali standard Minergie. Grazie alle modifiche della Legge cantonale sull’energia (LEn) e del relativo Regolamento sull’utilizzazione dell’energia (RUEn) in vigore dal 2024, i nuovi edifici sottostanno in effetti a prescrizioni energetiche più restrittive, a favore di una maggiore efficienza energetica rispetto al passato, nell’ottica di perseguire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle politiche energetiche e climatiche. Si è perciò deciso di indirizzare gli investimenti in ambito energetico prioritariamente al sostegno del risanamento degli edifici esistenti e della conversione di impianti di riscaldamento elettrici diretti o alimentati con combustibili fossili, con energie rinnovabili, eliminando gli incentivi a favore dei nuovi edifici realizzati con altissimi standard energetici. Sostituire tutti gli impianti “vecchi” a olio e a gas rimane una delle priorità dell’ente pubblico, calcolando che secondo una stima in Ticino, a grandi linee, vi sono ancora 40 mila impianti sull’intero territorio.
Ne parliamo con Michele Fasciana, capo dell’Ufficio del clima e della decarbonizzazione del Dipartimento del territorio
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