Un valico geograficamente insignificante o quasi, “una capocchia di spillo, un puntino rintracciabile unicamente sulle carte topografiche” scrive nel suo recente “Il Ticino sottosopra” (Armando Dadò edizioni) lo storico Orazio Martinetti. Eppure questo dosso, il Monte Ceneri, ha dai tempi antichi segnato uno spartiacque tra due realtà, due geografie, due liturgie, quelle delle regioni settentrionali delle vallate dei fiumi Ticino, Maggia, Verzasca o Brenno e quelle prealpine a sud che caratterizzano una regione più popolosa. Sopraceneri e Sottoceneri, sin dall’età del bronzo con la contrapposizione tra Etruschi a sud e Celti a nord, hanno sviluppato una la loro identità, che è stata solo marginalmente scalfita dall’Atto di Mediazione napoleonico con la creazione del Canton Ticino, e di cui ancora oggi permangono peculiarità, differenze, rivalità. A Uno Oggi cerchiamo di identificare le diverse specificità, la dinamica che le ha create cercando di capire cosa spiega questa permanenza, all’interno di uno stesso Cantone di due mondi separati da una montagnetta quasi invisibile in un contesto prealpino.
Sono ospiti:
Francesca Luisoni, storica al Centro di dialettologia e di etnografia del Canton Ticino
Franco Lurà, ex direttore del Centro di dialettologia e di etnografia del Canton Ticino
Orazio Martinetti, storico, autore di “Il Ticino sottosopra. Unioni e divisioni all’ombra del Ceneri” (Armando Dadò editore)
Diana Tenconi, antropologa, direttrice del Museo di Leventina