L’albero di Zurigo 2014 continua a dare frutti gustosissimi

Alla fine torna tutto lì, a Zurigo 2014 e all’eredità che quell’Europeo ha lasciato all’atletica leggera svizzera. L’immagine più bella di quella manifestazione è stata certamente l’oro conquistato da Kariem Hussein sui 400m ostacoli in un Letzigrund in festa e circondato da uno splendido arcobaleno, immagine che aveva fatto da contraltare alla forte delusione del testimone perso in partenza dall’attesissima 4x100m femminile. In mezzo i ricordi e le immagini create da tutti coloro che hanno potuto vivere quei giorni, dagli atleti ai loro sostenitori - familiari, amici, allenatori - dagli appassionati di sport agli sponsor, dai volontari a chi si è invece avvicinato all’atletica proprio grazie a quell’evento, in particolare i più giovani.

E tra loro c’era anche l’allora 12enne Ditaji Kambudji, che ha visto proprio la sorellona Mujinga perdere quel testimone, ma poi ripartire e andare a cogliere successi che nessuno poteva aspettarsi, con determinazione e tanto lavoro. Gli stessi valori e la stessa passione che hanno ispirato e plasmato colei che ha appena riportato la Svizzera sul gradino più alto di un podio iridato, e che guida una generazione che nella nostra atletica non si era mai vista, e che - visto che sognare non è vietato - potrebbe regalarci ancora molto, moltissimo, a partire dai prossimi giorni, dato che in pista a Tokyo ritroveremo la fenomenale ottocentometrista Audrey Werro, la pluri campionessa nel salto con l’asta Angelica Moser, l’altro ostacolista Jason Joseph o ancora il lunghista amante del decathlon Simon Ehammer.

Insomma, l’albero di Zurigo 2014 continua a dare dei frutti gustosissimi, e se è vero che la Svizzera potrebbe presto coltivare un nuovo albero prepariamoci, perché no, a una bella abbuffata.