Da quasi un anno ormai Valon Behrami ha appeso le scarpette al chiodo, ma come si dice in questi casi è rimasto nell'ambiente. L'ex giocatore della Nazionale svizzera, che commenta costantemente le partite della Serie A sulle emittenti italiane, è stato ospite a Storie per parlare del documentario su Qatar 2022 di Misha Györik intitolato "Un Mondiale in inverno" ma anche delle esperienze vissute durante la sua carriera, a cominciare da quelle in maglia rossocrociata.
"Il primo momento che ho indossato questa maglia non capivo la responsabilità e cosa rappresentasse, infatti ho avuto diversi problemi - ha esordito il classe '85 cresciuto a Stabio - col tempo invece ho iniziato a godermi questa esperienza. Ci tenevo davvero a ripagare la Svizzera per quello che mi ha dato. La sensazione di poter dare indietro qualcosa, anche se solo sportivamente, è stata unica per me".
Senza la Svizzera non avrei mai avuto la possibilità di diventare calciatore
Behrami è sempre stato un giocatore che viveva di emozioni. "In Qatar in effetti dentro agli stadi non c'era tutto questo entusiasmo, un po' come ci era capitato in Sudafrica nel 2010. Paradossalmente l'ho sempre sentito di più agli Europei, perché lì tutte le squadre potevano contare su tanti tifosi e anche l'atmosfera in campo era sempre molto calda".
Una partita però le batte davvero tutte, secondo l'ex giocatore (tra le tante) di Napoli, Lazio, Fiorentina e West Ham: "Quel Turchia-Svizzera però resta davvero un'esperienza incredibile sotto tutti i punti di vista. L'arrivo in aereoporto, il viaggio fino all'albergo, ci abbiamo messo quasi tre ore tra cartelli poco amichevoli e lanci di uova. Ma avevo 19 anni e l'incoscienza magari ti porta a non capire bene cosa sta succedendo. In campo invece quella volta l'ho sentita. È stata forse una delle peggiori partite, ma come esperienza è stata incredibile".
Come calciatore non ero bravissimo, ma grazie a un insieme di cose penso di aver fatto un'ottima carriera
Un capitolo importante, ricco di tante emozioni, è stato certamente quello legato alla famiglia. "Sento spesso parlare di sacrifici, ma quando segui le tue passioni, in realtà i sacrifici diventano pochi - ha esordito Behrami - poi, più avanti nel percorso, ti accorgi che i sacrifici sono il tempo che non hai passato con la tua famiglia o le amicizie che non sei riuscito a coltivare".
"La mia più grande soddisfazione è stato poter far cambiare vita alla mia famiglia - ha spiegato Valon - la loro voglia di seguirmi mi ha allungato la carriera. Son sincero io avrei voluto smettere prima, ma la loro gioia e il loro orgoglio di venire a vedermi mi ha spinto a proseguire fino a che non ce l'ho più fatta".
Ora che ho smesso mi è venuto quel brutto difetto che hanno tanti tifosi: giudicare subito
Un mondiale in inverno
Storie 26.02.2023, 20:45