Calcio - il commento

E ora non resta che godersi pure il volo...

Serve vincere anche in Kosovo per comportarsi da grande tra le grandi

  • Un'ora fa
  • 23 minuti fa
Tutto pronto per i festeggiamenti

Tutto pronto per i festeggiamenti

  • Keystone
Di: Ariele Mombelli 

Il biglietto era ormai prenotato da un mesetto, il tempo utile per sbrigare i preparativi ed imbarcarsi sul volo, con un piccolo ritardo ma senza ulteriori imprevisti. Sì, in Nordamerica ci sarà anche la Svizzera, ormai costante e piacevole presenza alla fase finale dei Mondiali. E poco importa se alla prossima rassegna iridata parteciperanno addirittura 48 squadre. Ci saranno, i rossocrociati, per la sesta volta consecutiva. Ininterrottamente, dunque, dall’ormai lontano 2006. Un ruolino di marcia da fare invidia alle più grandi potenze del calcio europeo. Già, perché solo cinque Nazionali - Germania, Spagna, Inghilterra, Francia e Portogallo - possono vantare lo stesso bilancio. Come dire che la qualificazione non è mai un affare semplice, tantomeno per noi, ormai abituati a convivere con l’etichetta di “piccola” Svizzera.

Eppure, questa Svizzera, l’affare qualificazione lo ha fatto diventare semplice, anche in un gruppo che nascondeva diverse incognite. Ha costruito le sue certezze lontano da casa, proprio negli Stati Uniti lo scorso giugno. Lontana dal proprio pubblico, più lontana dai giudizi dei media, giustamente severi dopo una Nations League, quella dello scorso autunno, giocata nettamente al di sotto delle proprie possibilità. Proprio in America, nel cuore della notte elvetica, si è plasmata contro Messico e Stati Uniti. Ha fatto cerchio attorno a Granit Xhaka, che ha ribadito pure in rossocrociato quanto possa essere fondamentale una figura carismatica per l’intero gruppo. Sicuramente più determinante di campioni, o presunti tali, finiti sulle prime pagine dei principali quotidiani sportivi principalmente per il valore economico del loro trasferimento. Il riferimento agli svedesi Gyökeres e Isak, come pure allo sloveno Sesko, non sono casuali. Per vincere, oltre alle qualità, serve essere squadra. Indipendentemente dalle indiscutibili qualità dei suoi uomini migliori, la Svizzera lo è stata. Eccome.

Come lo è stato quel Kosovo che ora, a meno di un impensabile harakiri rossocrociato che ci farebbe rimangiare ogni singola parola, ci permetterà di chiudere il cerchio. Un ultimo test che la Nazionale affronterà senza troppe pressioni sì, ma che necessita l’opportuna attenzione di chi, in fondo, ha tutto da perdere e nulla più da guadagnare. E allora, è bene comportarsi ancora una volta da grande. Non sottovalutare l’impegno, anzi: vincere e convincere. Perché se l’imbarco ha subito solo un leggero ritardo, è meglio pure evitare qualche fastidioso imprevisto in fase di decollo. Tradotto: in Nordamerica è meglio volarci senza dubbi e con il pieno di fiducia. Ecco allora che il Kosovo rappresenta l’occasione ideale per ribadire la supremazia ed abbracciare finalmente la matematica. Godendosi pure il volo.

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