Nel calcio moderno non esiste il caso: tutto è studiato, analizzato, preparato. Basta guardare un allenamento dei rossocrociati per rendersene conto. Tecnologia all’avanguardia, strategie calibrate, dettagli curati: tutto serve a sorprendere l’avversario. E la Svizzera di settembre ha dimostrato che cambiare paga, introducendo due novità decisive.
La prima è un gioco più verticale. Gregor Kobel, quasi sistematicamente, ha cercato la profondità verso Breel Embolo, lanciando la squadra subito in attacco e sfruttando lo spazio con pochi passaggi. Un taglio netto rispetto al passato: con Yann Sommer la manovra era più ragionata, costruita dal basso. Il portiere del Borussia è meno bravo nel gioco corto, ma ha una gittata più ampia rispetto al collega. “Dipende dalla qualità individuale, ma non solo - ha spiegato Patrick Foletti, allenatore dei portieri - Vogliamo un gioco più vario, imprevedibile e difficile da leggere per gli avversari”. Una strategia che ha già pagato: Kosovo e Slovenia sono stati sorpresi e messi sotto pressione.
In passato non eravamo abbastanza incisivi sui calci da fermo
Patrick Foletti
E non è tutto. Foletti, insieme a Davide Callà, ha posto l’accento anche sulle palle inattive. La Svizzera ha cambiato marcia sui calci piazzati, sbloccando entrambe le sfide. “Abbiamo lavorato sulla consapevolezza. Il ritiro serve anche a questo: pochi minuti, ma fatti con la massima concentrazione”. Due dettagli, piccoli ma decisivi. Dettagli che, nel calcio moderno, fanno tutta la differenza.
Il servizio con Patrick Foletti (Rete Uno Sport 08.10.2025, 18h30)
RSI Sport 08.10.2025, 18:01
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