La supersfida col City non rilancia il Real, ora Xabi Alonso trema

Quello che ormai è divenuto un classico del grande calcio europeo, il duello tra Real Madrid e Manchester City, non ha tradito le aspettative nemmeno stavolta. Trovatesi a battagliare sul massimo palcoscenico continentale per l’undicesima volta dal 2020, le due superpotenze hanno dato vita ad un confronto rimasto apertissimo fino agli ultimi secondi. La festa, alla fine, è stata tutta dei Citizens, tornati a dettar legge sui madrileni a distanza di oltre due anni. Con un 2-1 che, per giunta, vale anche il sorpasso: Bernardo Silva e compagni salgono a quota 13, a +1 sulle Merengues e sull’ottavo posto.

Finito sulla graticola dopo una serie di risultati certamente insufficienti, Xabi Alonso ha deciso di giocarsela senza Mbappé, non al meglio fisicamente. E sulle prime, va detto, l’assenza del riferimento offensivo non si è fatta sentire: fino al 30’, infatti, sono stati proprio i padroni di casa ad offrire gli spunti migliori, in una sorta di monologo che ha prodotto - dopo vari tentativi infruttuosi - l’1-0 di Rodrygo. Ma è qui che qualcosa è cambiato. Prima un erroraccio di Courtois, poi l’ingenuità di Rüdiger - sfruttata da Haaland per colpire su rigore - ed ecco che, piuttosto casualmente, nel giro di pochi istanti il risultato si è ribaltato. In maniera irreversibile, perché i Blancos, malgrado il forcing attuato nella ripresa, non sono più riusciti a pervenire al pari: l’occasione più ghiotta è capitata sulla testa di Endrick, fermato però dall’asta.

Nella serata che ha chiuso il sesto turno si sono viste all’opera altre due compagini inglesi, anch’esse complessivamente soddisfatte. Se il Newcastle di Schär (in panchina per tutto l’incontro) ha trovato pane per i suoi denti a Leverkusen, strappando un 2-2 comunque utile, l’Arsenal si è invece confermato... semplicemente intrattabile. Sei partite, sei vittorie e ottavi ormai ad un passo: il 3-0 sul Bruges - tramortito dalle perle firmate Madueke e Martinelli - è soltanto l’ennesima prova di forza della capolista, che può vantare una differenza reti sempre più impressionante (17 gol fatti a fronte di uno solo subito).