L'attenzione passa al campo e a Manor Solomon

dall'inviato a Ginevra Ariele Mombelli

Il primo esame, o meglio compito, è stato superato a pieni voti. Ora, sotto con il secondo, sotto con Israele. Archiviata con facilità disarmante la pratica Bielorussia, apparsa davvero priva di argomenti, la Svizzera sarà chiamata ad alzare da subito l'asticella dell'attenzione. Vero, pure la sfida con la selezione del direttore tecnico Yossi Benayoun non deve spaventare, ma di fatto quello che andrà in scena allo Stade de Genève sarà il big match di questo girone. Sì, perché di fronte si ritroveranno la testa di serie numero uno e due del Gruppo I. Fortunati noi, una volta tanto.

Se però sabato in Serbia le preoccupazioni si celavano dietro a questioni che esulavano dal calcio giocato, martedì qualche insidia potrebbe presentarsi anche in campo per merito degli avversari. Non tanto per la forza del collettivo di Israele - sì promosso in Lega A di Nations League, ma che resta la 76a Nazionale del ranking FIFA ed è reduce dal pareggio al debutto col Kosovo - bensì per qualche individualità che probabilmente nessun'altra squadra di questo girone può vantare, soprattutto da centrocampo in su.

Se il talento è quello del trequartista Oscar Gloukh, 18enne compagno di squadra di Okafor al Salisburgo, la stella è quella di Manor Solomon, giocatore di proprietà dello Shakthar ora in prestito al Fulham. Nonostante i soli 22 anni, l'esterno ha già lasciato il segno con gli ucraini sul palcoscenico della Champions League, segnando in passato due reti al Real Madrid, una al Manchester City e un'altra all’Atalanta. Oggi, dopo un'operazione subita ad un ginocchio nello scorso agosto, è tornato protagonista in Premier League, dove, nel nuovo anno, ha già trovato 4 gol in soli 254’ di gioco (8 presenze). Ecco, la Svizzera è avvisata.