di Marcello Ierace
Divisi dai colori, uniti dalla sorte. Soprattutto quella cattiva. Si è vissuta una serata di passione a Chiasso, la cittadina maggiormente multiculturale del cantone e dove storicamente la presenza italiana si fa più sentire. Una piazza gremita davanti al maxischermo, per un'inedita doppietta mondiale Italia-Svizzera, con le due tifoserie che si sono mischiate, schernite, certamente avvilite. E indubbiamente hanno seguito un parallelismo di sentimenti quantomeno singolare.
Euforiche dopo i rispettivi esordi, Svizzera e Italia sono crollate miseramente in un venerdì nero da dimenticare. E con le due squadre in Brasile, anche gli appassionati in patria hanno più volte chiuso gli occhi, preferendo pensare ad altro. Così è successo anche nella chiassese Piazza Indipendenza. Prima la tinta di azzurro che colora gli spazi e poi sofferenza. Una lunga agonia, come spesso capita, senza un perché. Senza una spiegazione. Ma come si fa a perdere con la Costa Rica? Domanda frequente. Regolarmente senza risposta. Non ci sono più gli eroi. Balotelli da perla nera implacabile, quello del "due-a-uno-zitti-e-a-casa" mimato agli inglesi, si trasforma in una statua di ebano. Fermo, statico e tornato ad essere facile bersaglio di fischi (memoria corta parte uno).
Qualche tifoso rossocrociato accenna ad uno sfottò, ma con moderazione. La serata è lunga, meglio essere cauti. Mai scelta fu più saggia. Perché arriva la Francia e qui il dolore e breve e intenso. Adrenalina al massimo, partono i fumogeni, stasera facciamo il botto! Pim-pum-pam e non fai in tempo a far la fila alla buvette che gli altri già dilagano. Ma erano due? No sono tre... e hanno anche sbagliato un rigore. Oh mamma mia. Altra caduta degli dei. Behrami il leone, il trascinatore, il salvatore della patria, che gliela mette su un piatto d'argento. Vai e segna. Sì, però, certi errori... (memoria corta parte due). C'è solo la forza di esultare per le inutili bellezze di Dzemaili e Xhaka e poi ci mettiamo una pietra sopra.
Unite nella sorte, Svizzera e Italia, e anche nelle speranze. Ci si gioca tutto all'ultima. Intanto la folla della piazza si mischia con quella di Festate, tra profumi, bancarelle, musica e sapori, e torna tutto come prima. Come prima dell'ora dell'aperitivo, quando avevamo indosso la camicia del lavoro e non la maglia della Nazionale. Perché i dolori sportivi son sempre dolori, ma di fronte a quelli veri della vita, son cosa assai irrilevante.
I collegamenti da Chiasso (20.06.2014)
RSI Sport 21.06.2014, 10:36