Per la prima volta in stagione il derby va alla squadra di casa. Il Lugano ha vinto con merito la terza sfida con l’Ambrì (la seconda alla Cornèr Arena), imponendosi con un perentorio 5-1, frutto di una prestazione molto costante sull’arco dei 60’, fatta di grande incisività in attacco e ottima compattezza difensiva. Colpiti a freddo da Bürgler, al secondo gol nei derby (il 5o stagionale), i bianconeri hanno reagito con calma e maturità trovando il pareggio già nei primi 20’ con Canonica e poi allungando nel secondo tempo dopo il gol dell’ultimo arrivato Emanuelsson, schierato con Thürkauf e Sekac, e che ha bagnato il suo esordio in National League con un prestigioso game-winning goal proprio nel derby. Con il rientrante Sgarbossa, le linee un po’ rimaneggiate e Schlegel tra i pali, i padroni di casa hanno come unico neo della serata l’aver rimediato ben sette penalità minori, che non hanno però intaccato l’esito della partita. Dall’altra parte i biancoblù si sono presentati con lo stesso line-up delle ultime uscite con l’aggiunta di Terraneo come 8o difensore.
Pronti, via e Fazzini è finito sulla panchina dei cattivi per uno sgambetto dopo appena 15”. Con le gambe ancora da sgranchire, il powerplay dell’Ambrì ci ha messo un po’ ad installarsi e, solo dopo un pasticcio in retrovia di Virtanen, Bürgler ha trovato la via del gol, ottimamente assistito da Manix Landry, confermando il discreto rendimento leventinese con l’uomo in più lontano dalla Gottardo Arena (quasi il 25%). Costretti subito ad inseguire, i bianconeri hanno preso via via il controllo del gioco, andando dapprima vicini al pareggio con Thürkauf, ben liberato da Sekac nello slot ma che ha trovato la buona risposta di Senn, e trovandolo poi con Canonica, abile ad avventarsi sul disco dopo il tiro di Sanford. Anche grazie al primo powerplay di serata, il Lugano ha continuato a gestire le operazioni, andando vicino al raddoppio con Carrick, Fazzini e con la premiata ditta Thürkauf-Sekac, fermata soltanto dal provvidenziale intervento in scivolata di Wüthrich.
Il monologo dei padroni di casa è stato parzialmente interrotto da un 2’ più 2’ a cavallo della prima pausa sul conto di Dahlström, punito per una trattenuta e per proteste. Parzialmente però, perché se con l’uomo in più i leventinesi hanno prodotto le azioni più convincenti della serata, è anche vero che spesso il Lugano è riuscito a partire in contropiede tenendo Senn costantemente impegnato. Il parapiglia nato al 23’39” per un gol a gioco fermo di Lukas Landry, con conseguente fight a mani nude tra Sekac e Zaccheo Dotti, entrambi poi finiti sotto la doccia, ha prodotto un quarto powerplay poco ispirato dell’Ambrì (fuori Fazzini) che ha fatto da preambolo al miglior momento del Lugano. Poco dopo la fine della penalità, una conclusione da posizione defilata dell’ultimo arrivato Emanuelsson ha colto decisamente impreparato Senn. Da lì in poi gli uomini di Landry hanno perso meccanismi e distanze, mentre quelli di Mitell hanno continuato a pigiare sull’acceleratore, allungando nel giro di 23” attorno al 38’ con l’invenzione di Fazzini, dopo gran lavoro di Sanford, e con il micidiale tiro incrociato di Müller, che ha estratto dal cilindro un colpo che non fa abitualmente parte del suo repertorio. Nel periodo conclusivo la musica non è cambiata: il Lugano ha tenuto il controllo delle operazioni ed è passato un’altra volta con Sanford in 4 contro 4 al 53’04”.

NL, l’intervista a Lorenzo Canonica (28.11.2025)
RSI Sport 28.11.2025, 22:20

NL, l’intervista a Daniele Grassi (28.11.2025)
RSI Sport 28.11.2025, 22:25
Legato a Sport e Musica del 28.11.2025








