Due passi falsi possono bastare, soprattutto se il calendario proponeva l’Ajoie - non esattamente un osso duro - come occasione per rialzare la testa. Detto, fatto: confermando l’esito dei sei precedenti faccia a faccia, il Lugano non si è fatto irretire neanche stavolta dalle mosse di due grandi ex, Ireland e Nummelin. Tornare a macinare punti dopo le trasferte infruttuose di Zurigo e Davos era essenziale, insomma, e l’inequivocabile 6-1 rifilato ai giurassiani resterà l’ultima cartolina casalinga di un anno, il 2025, pronto a chiudersi ad altezze inimmaginabili, considerate le premesse. Magari addirittura al quarto posto, quello riconquistato proprio stasera e che dovrà essere difeso domani a Langnau.
All’assenza dello squalificato Carrick, che ha costretto coach Mitell a giostrare con soli sei difensori, ha fatto da contraltare il rientro di Simion, guarito e riposizionatosi lì, al fianco di Emanuelsson e capitan Thürkauf. Nella sua composizione pressoché abituale, l’attacco bianconero ci ha dunque messo poco ad ingranare, delineando subito quello che sarebbe stato - nelle intenzioni quanto nella sostanza - il copione della serata. E il monologo inscenato dalle parti di Ciaccio si è fatto ancor più esplicito dopo la doccia fredda del nono minuto, quando Nättinen ha sfruttato un’indecisione di Alatalo per involarsi tutto solo verso Schlegel e rallegrare la schiera di Babbi Natale venuti appositamente dal Giura. I quali - incassato prestissimo il dispiacere per il pari di Sanford, il terzo dei suoi a raggiungere quota 10 reti stagionali - hanno poi accolto con un sospiro di sollievo liberatorio il suono della prima sirena.
Se al rientro dagli spogliatoi la pressione locale sembrava aver perso intensità, ciò era solo in preparazione dei botti. Sì, perché a stretto giro di posta l’approssimazione sottoporta è stata soppiantata dall’incisività. Ovvero dalla capacità di trasformare (finalmente) in gol le varie occasioni propizie. Nel volgere di neanche 10’, tra il 29’52” e il 38’27”, Aebischer (in shorthand, con uno spunto degno del miglior scorer), Canonica (sempre saldissimo sulla sua nuvoletta), Thürkauf (al terzo powerplay di serata) e Sgarbossa (grazie al più classico dei “gollonzi”) hanno allora scavato un margine a dir poco rassicurante in vista dell’ultima frazione. Questa, senza più nulla da dire, è scivolata via allegramente sino al 60’, non prima del sigillo finale posto da Aleksi Peltonen. A ribadire - casomai ce ne fosse bisogno - che gli artigli sono di nuovo affilati. Se come quelli dei Tigrotti, padroni degli ultimi sei scontri diretti, lo scopriremo ben presto.

NL, l’intervista a Lorenzo Canonica (22.12.2025)
RSI Sport 22.12.2025, 22:27

NL, l’intervista a David Aebischer (22.12.2025)
RSI Sport 22.12.2025, 22:21
Legato a Sport e Musica 22.12.2025













