McLaren, un peccato mortale nella città del peccato

Una piccola imprecisione di calcolo, eppure dalle ripercussioni gigantesche. Nel GP di Las Vegas la McLaren ha commesso un errore di setup gravissimo, che ha portato alla squalifica di entrambe le macchine per consumo eccessivo del fondo in un momento così cruciale della stagione. Il team papaya, che con la MCL39 ha fatto della gestione delle altezze della monoposto uno dei suoi punti di forza, ha abbassato troppo la vettura ed è stato tradito dal porpoising (effetto rimbalzo), presentatosi inaspettatamente in gara.

La scuderia di Woking ha provato a fornire delle spiegazioni, tra cui quella della scarsità dei dati raccolti, tra le bandiere rosse delle libere 2 e le libere 3 bagnate. Spiegazioni nettamente insufficienti, dato che tutti i team erano sulla stessa barca. E ancor più insufficienti se si considera il periodo della stagione e la conseguenza di questo macroscopico errore: la questione titolo piloti sembrava chiusa dopo il Brasile, mentre adesso è clamorosamente riaperta, con Verstappen agganciato a Piastri a -24 da Norris. Un Norris che a Las Vegas ha provato a giocare allo stesso gioco di SuperMax chiudendolo in partenza, salvo poi mancare il punto di staccata sulla parte interna non gommata.

Poi, però, ha saputo reagire all’errore, confermando il click mentale effettuato negli ultimi mesi, ma lo sbaglio commesso dimostra ancora una volta che il britannico non è all’altezza del suo rivale. Tuttavia, i punti da recuperare non sono pochi (24 su 58 disponibili) e il favorito rimane ancora lui. Piastri sembra invece fuori dai giochi, vista l’incapacità di uscire dal tunnel oscuro in cui è entrato in Azerbaigian. Sarà forse ora, a due gare dal termine, di decidere su quale pilota puntare in casa McLaren? Di sicuro il team di Woking avrebbe tanto da rimproverarsi se il titolo piloti sfuggisse dalle loro mani dopo aver costruito per distacco la miglior monoposto dell’anno...