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Resto qui - Marco Balzano

Un libro che parla della paura, del coraggio, della sopravvivenza e del resistere. Di chi ha scelto di restare e combattere.

  • 11.3.2023
  • 4 min
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– “Perché vuoi restare qui se rimarremo senza lavoro, se non potremo più parlare tedesco, se distruggeranno il paese?”

– Perché qui ci sono nato, Trina. Ci sono nati mio padre e mia madre, ci sei nata tu, ci sono nati i miei figli. Se ce ne andremo avranno vinto loro”. (p. 36)

Buongiorno! Sono Sofia Bertoli e sto frequentando il Master in lingua e letteratura italiana all’Università di Friburgo. Oggi vi vorrei parlare di Resto qui, un romanzo di Marco Balzano pubblicato con Einaudi, finalista del Premio Strega nel 2018.

Nel paesino di Curon, in Alto Adige, sul confine con l’Austria e la Svizzera, abita Trina: una donna testarda, forte, che decise di restare.

Restare quando i fascisti le impedirono di fare la maestra, perché bisognava parlare esclusivamente italiano e non tedesco; restare quando in molti accettarono di partire per la Germania, persuasi dalle false promesse del führer di una vita migliore; restare quando costruirono la diga che sommerse Curon, lasciando in piedi solo il campanile, che oggi emerge dal lago artificiale, segno di un mondo sommerso che ormai non c’è più.

Il romanzo di Marco Balzano è in grado di dar voce alla storia, la storia di una terra di confine, prima travolta dal fascismo e poi dal nazismo. I fascisti misero al bando tutto ciò che identificava gli abitanti di questo paese di montagna, di cultura principalmente tedesca: il fenomeno di italianizzazione è solo un esempio del loro agire ottuso e violento. A questo seguì poi l’illusione di un cambiamento, le bugie della propaganda nazista, quando Hitler propose agli abitanti di annettersi al Reich nel 1939, portarono molti abitanti di Curon a lasciare la loro terra. Una promessa a cui molti credettero, nel disperato tentativo di conservare la loro identità minacciata dal governo italiano.

Poi la guerra. Gli uomini vennero arruolati, le donne dovettero farsi forza. Lavorarono nei campi e attendevano le lettere dei mariti dal fronte, che Trina, l’unica in grado di farlo, leggeva per loro.

Trina e il marito Erich, tornato a casa per una ferita di guerra, decisero di fuggire tra quelle montagne sudtirolesi che conoscevano come il palmo della mano. Una fuga disperata, di chi non vuole combattere mai più. Una fuga tra i boschi e i masi, tra il gelo, la fame e il terrore di essere scoperti.

La guerra però non aveva fermato il cantiere della diga. E anche quando arriva la pace, il bilancio è disastroso. Nel 1950, nonostante i vani tentativi di opporsi alla costruzione, terminano i lavori della diga: le acque del lago artificiale sommergono per sempre i vecchi villaggi di Resia e Curon, di cui oggi rimane solo il campanile che spunta dall’acqua.

In questo romanzo, ai fatti storici si legano le vicende umane, alcune davvero strazianti per Trina, la protagonista: sua figlia, Marica, sparisce nella notte, portata via dagli zii. L’amica Barbara viene mandata al confine per aver insegnato clandestinamente il tedesco.

Resto qui è un libro che parla della paura, del coraggio, della sopravvivenza e del resistere. Di chi ha scelto di restare e combattere.

Con una scrittura semplice ma efficace, Marco Balzano dà voce ai suoi personaggi, che ci raccontano uno spaccato di storia ancora poco conosciuto. Un libro che non solo è testimone di un dramma collettivo che ha interessato il Sud Tirolo, ma che attraverso Trina e i suoi rapporti umani, i suoi amori, le sue sofferenze, la sua incertezza e il suo coraggio, ci trasmette sincere emozioni durante tutta la lettura.

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